Si vola ad Ibiza, l'agognata vacanza é arrivata.
Durante la mia assenza Jamil si occupa dell'edicola; fatture, ordini, rese e clienti sono nelle sue mani.
Jamil é un tipo silenzioso ma affidabile, lavora con me da cinque anni e non mi posso davvero lamentare; l'ho conosciuto quando faceva l'ambulante giusto a fianco dell'edicola, al caldo, al freddo, sempre. Poi per lui sono arrivati i tempi duri con le multe e la crisi così gli ho proposto di darmi una mano, infondo il lavoro non é così diverso e ci sa fare.
Il suo nome in arabo significa “Il bello” e mai nome é stato più azzeccato devo ammettere. Alto, muscoloso, pelle color ebano, bei lineamenti del viso e due occhi azzurri dallo sguardo profondo. Un Tuareg vero e proprio che riscuote un sacco di consensi tra le clienti della zona.
Rapite e prese dal suo sguardo, le trovi li che gettano occhiate distratte mentre cercano la loro solita rivista, che ovviamente si trova al solito posto, ma chissà perché non la trovano. Le più audaci scambiano quattro chiacchiere e mostrano scollature, minigonne, fanno battute e non nascondono affatto che se lo mangerebbero volentieri. Se sapessero...
Mi affaccio dal finestrino del treno a guardare la campagna circostante, i compagni di scompartimento non sono interessanti: due amici con lo zaino pronti per l'interrail, una coppia in partenza per chissà dove e un tizio davvero troppo loquace per i miei gusti.
Per fortuna stiamo arrivando in aeroporto, meglio prepararsi a scendere e correre al check in.
Mi piace sempre questo aeroporto, é ordinato e pulito. Il progetto é di un architetto famoso che lo ha voluto luminoso e leggero, così ci si trova immersi in una cupola di vetro sorretta da una leggera impalcatura di tralicci d'acciaio. Più di una volta mi sono sentito all'aria aperta in questo posto.
Ci siamo, ecco i banchi del check in, la solita fila, meglio farlo da solo ad uno dei terminali self service.
- Posso aiutarla?
- Come prego?
- Le chiedevo se posso aiutarla.
- Si certo grazie! Questo terminale non vuol saperne di farmi il check in.
- Mi dia il biglietto e mi segua glielo faccio io.
Si é avvicinata una delle hostess, come al solito i banchi sono una decina ma ce ne sono aperti soltanto 3 e si fa un sacco di fila.
E' davvero una bella donna, sulla trentina, mora, riccia, capelli curati, sopracciglia sottili ed arcuate, un bel naso dritto tra i due zigomi alti e due labbra decise e carnose. Altezza media, la divisa della compagnia aerea mette in mostra i bei fianchi, il sedere tondo e sodo e un seno prorompente.
- Di solito non mi occupo di queste cose, sono la responsabile del check in, ma nel suo caso signor...Eros ma che bel nome! – ha appena letto il mio nome sul biglietto poi i suoi occhi hanno incrociato i miei e mi ci sono perduto dentro, fantasticando su i suoi fianchi nudi avvolti da morbide lenzuola. - Grazie, dammi pure del tu allora.
- E vai a ... Ibiza, ma il tuo volo é tra 2 ore!
- Mi piace arrivare in anticipo, per nulla al mondo voglio saltare le mie vacanze, - vediamo di osare chissà come reagisce - e poi in aeroporto si fanno sempre ottimi incontri.
- Vedrai che ti divertirai, e sono daccordo, in aeroporto si incontrano un sacco di persone interessanti - ha ricambiato il mio sguardo non le sono indifferente e a me piace.
- Me lo auguro - fatto il check-in mentre richiude il banco, non mi sta guardando, ne approfitto per sussurrarle - prendi una pausa, conosciamoci meglio.
- Seguimi - anche il suo é stato un sussurro timido e vibrato, ed il mio cuore ha iniziato a battere all'impazzata.
La seguo verso una zona defilata del terminal fino ad una porta di servizio della compagnia, entriamo, sembra un ripostiglio, ci sono scaffali, un tavolo con un paio di sedie e le solite luci al neon.
Avanzo mentre lei richiude la porta poi mi volto verso di lei e ci afferriamo e ci baciamo con le nostre mani che esplorano a vicenda i nostri corpi. La tensione é alta le afferro un seno con una mano mentre con l'altra mi avventuro a sfilarle la giacca.
Lei mi toglie la blusa e quasi mi strappa via la t-shirt mentre io le sbottono la camicetta ed affondo la testa tra i suoi seni, le passo un braccio dietro la schiena e slaccio il reggiseno.
Perdiamo l'equilibrio e finiamo contro uno scaffale, ci guardiamo con la voglia negli occhi, poggio saldamente la schiena contro lo scaffale le afferro le gambe, lei mi si aggrappa al collo e al mio invito mi salta in braccio con le gambe strette contro i miei fianchi. Sento la sua passione, i suoi piccoli morsi sulle labbra, poi sulla mascella, sul collo e la desidero sempre di più.
Infilo una mano tra le sue gambe, sotto la gonna, per sentire il suo sesso e lei si concede un dolce dondolio contro le mie nocche, mi vuole e io voglio lei.
I nostri respiri sono affannati mentre le passo l'altra mano su un gluteo e con forza le afferro le mutande quasi a volerle strappar via. Ora la sua mano cerca la mia patta, quindi le circondo la vita e la tiro un po su per aiutarla. Lei libera la mia erezione con decisione e mi sussurra - Prendimi! - con un misto di passione, desiderio decisione e dolcezza che mi scatena un brivido lungo la schiena.
Così, sempre avviluppati e sbattuti contro lo scaffale affondo la mia potenza dentro di lei.
E' umida e piena di desiderio, affonda il bacino contro il mio ed emette un gemito di passione, e con altrettanta voluttà io la prendo, spingendo dentro di lei tutto il mio ardore.
Aggrappata al mio collo sento la scossa attraversarla, e l'esplosione del suo orgasmo che la rapisce, ma nessuno di noi due é pago e dopo quel primo momento, ci sciogliamo, siamo uno di fronte all'altra, lei strofina il suo pube contro di me, ancora ho desiderio di lei. Scendono le carezze delle sue mani lungo il mio petto, e la sua bocca accoglie con ardore il mio sesso.
Le accarezzo la testa mentre contemplo il suo corpo inginocchiato di fronte a me e una sensazione di paradiso mi pervade quando mi dice - Hai un buon sapore -
La prendo per mano, ci dirigiamo verso il tavolo, la volto e la piego contro il tavolo tiro in alto il tessuto sgualcito della sua gonna, mi inginocchio e affondo la mia testa tra le sue intimità, mentre lei stringe con forza le mani contro i bordi del tavolo - Hai un buon sapore - le dico mentre la guido di nuovo verso il piacere prima di tirarmi su e prenderla da dietro. Strofino la mia erezione contro di lei, mi faccio strada, arretro e lei mi insegue, quindi di nuovo entro un poco e mi sfilo, e lei geme, finché non affondo con decisione mentre le afferro i fianchi con forza e le sussurro il mio di piacere. Spingo e accelero, poi rallento mentre le accarezzo cosce, fianchi, e spalle. Infine sento il mio organismo reclamare, vuole liberarsi ed io con lui, aumento la pressione ed il ritmo lei mi sente si contorce anche lei, anche il suo desiderio reclama la sua parte di piacere, infine un esplosione ci travolge, io le mordo il collo adagiandomi su di lei, mentre le nostre pulsazioni ci scuotono e i nostri corpi si rilassano.
Ci rivestiamo dopo un tempo indefinibile e ride, ha capito il mio sguardo perplesso ai suoi vestiti sgualciti.
- Il mio turno é finito, sto andando a casa a fare una bella doccia, non ci farà caso nessuno.
- E' stato un piacere incontrarti.
- Chissà che non ci si riveda allora Eros. Intanto fa buon volo.
Usciamo defilati in silenzio e ci separiamo, io ai gate, lei verso casa.
Mentre mi allontano tiro fuori dalle tasche documento e biglietto poi mi volto per un ultimo sguardo a quell'incontro mozzafiato. Anche lei si é voltata mi strizza l'occhio e indica la mia mano, abbasso lo sguardo, insieme ai documenti c'é un biglietto
"Chiara 3339877..."
Sorrido, alzo gli occhi, lei non c'é più.