Ma cosa diavolo mi prende? Vengo quasi tutti i giorni solo per vederlo, nemmeno fossi una quindicenne!
Lo penso ogni sera e ogni mattina, mentre mi vesto, mi pettino e mi faccio bella per lui.
Lo penso ogni sera e ogni mattina, mentre mi vesto, mi pettino e mi faccio bella per lui.
Parrucchiere, estetista, biancheria, abiti, tutto in funzione di questa fugace visita mattutina e poi, come sempre, arrivo qui e non riesco a spiccicare più di due parole mentre affondo lo sguardo tra le riviste oppure lo fisso estasiata se é distratto da qualche cliente.
Mi sento in imbarazzo ogni volta che lo guardo, ha questo sguardo magnetico, mi trema la voce, non mi sono mai sentita tanto attratta da un uomo. E che uomo! E' così sexy...
Oggi, sarà colpa del caldo, ma non c'é nessuno. Lui é voltato, gli guardo le spalle squadrate e ampie, il sedere tondo sotto i jeans...
Mi sento in imbarazzo ogni volta che lo guardo, ha questo sguardo magnetico, mi trema la voce, non mi sono mai sentita tanto attratta da un uomo. E che uomo! E' così sexy...
Oggi, sarà colpa del caldo, ma non c'é nessuno. Lui é voltato, gli guardo le spalle squadrate e ampie, il sedere tondo sotto i jeans...
- Buon giorno Marzia, posso esserti utile in qualcosa?
Come si é accorto di me? Era voltato! Fai un grande respiro, concentrati! Cosa gli chiedo?
- Qualcosa ci sarebbe in effetti - ma che cavolo dico - cercavo, cercavo, cercavo... - mi guardo intorno distrattamente, devo trovare qualcosa - ... si ecco, una copia di SD Magazine per mio marito.
- Stanno cambiando l'impronta della rivista, ci troverai qualcosa anche per te, c'é una bella intervista sulle relazioni aperte. Tra l'altro la giornalista che l'ha scritta abita da queste parti, sicuramente l'avrai incontrata qualche volta, gironzola sempre intorno ad Eros.
Come posso averla vista se guardo solo te!
- Sicuramente l'avró vista allora.
- Non é una tipa che passa inosservata Amalia: rossa di capelli, occhi verdi.
Ecco gli piace quest'altra! Maledizione, maledizione, maledizione...
- Nel prossimo numero si parlerà anche di bondage, me lo ha detto Eros che lo ha saputo da Amalia.
- Bondage?
- Si coppie che giocano a schiavo e padrone e giochetti di questo genere, mai sentito?
Mi sento arrossire per l'imbarazzo a questa domanda ed avvampare di gelosia mentre ho una visione di lui avvinghiato con questa Amalia.
- Ehm no, non in questi termini almeno. - e mi domando mio marito cosa se lo legge a fare se poi é così noioso.
- Posso mostrarti ogni singola sfumatura se vieni a trovarmi, vivo alla vecchia ferriera.
La sua voce é stata un bisbiglio ma l'ho distinto chiaramente e l'impatto a dir poco mi sconvolge.
- Sei impazzito? Non sono quel genere di persona!
Afferro la rivista, mi volto e vado via quasi correndo. Sono irritata.
E' passato un giorno e sono ancora turbata ma eccomi qua alla vecchia ferriera senza sapere di preciso cosa ci faccio. Daccordo sono qui solo per dare un'occhiata. In fondo non c'é nulla di male.
Augusto é fuori per lavoro come al solito e non si é nemmeno preoccupato di chiedermi che avrei fatto stasera, per cui eccomi in cerca di chissà cosa.
- Infine sei venuta - mi afferra per un braccio e mi tira a se. Ho il cuore in gola dallo spavento - Non dovresti andare in giro da sola da queste parti, vieni!
Da dove sbuca questo tono autoritario? Mi trascina via, tenendomi per mano, senza aspettare una risposta.
- Sono felice che tu sia venuta, ti desidero dal primo giorno che ti ho visto.
Ho un fremito alle sue parole, mi desidera! E non sa quanto io desideri lui ma non riesco a dire una parola. Sento di essere sua in un modo a me sconosciuto.
Ho i brividi, sento caldo e sono curiosa, spaventata e molto eccitata.
Entriamo in quello che dovrebbe essere il suo alloggio e mi ritrovo in un ambiente particolare, con stoffe alle pareti, tappeti e cuscini in terra, tendaggi a dividere gli ambienti. Non me lo aspettavo, anche se non so esattamente "cosa" mi aspettavo. Ci togliamo le scarpe poi mi accompagna verso un basso tavolo intarsiato con sopra una teiera d'argento fumante e delle tazze, mi invita a sedermi sui cuscini e mi versa del tè, poi si siede anche lui incrociando le gambe come un vero tuareg.
Siamo seduti uno di fronte all'altra. Sorseggio il mio tè. Non parliamo. Lui mi guarda con uno sguardo penetrante che non riesco a sostenere. Si alza e si allontana alle mie spalle.
- Non voltarti - di nuovo quel tono autoritario.
Resto in ascolto del fruscio dei suoi passi.
Augusto é fuori per lavoro come al solito e non si é nemmeno preoccupato di chiedermi che avrei fatto stasera, per cui eccomi in cerca di chissà cosa.
- Infine sei venuta - mi afferra per un braccio e mi tira a se. Ho il cuore in gola dallo spavento - Non dovresti andare in giro da sola da queste parti, vieni!
Da dove sbuca questo tono autoritario? Mi trascina via, tenendomi per mano, senza aspettare una risposta.
- Sono felice che tu sia venuta, ti desidero dal primo giorno che ti ho visto.
Ho un fremito alle sue parole, mi desidera! E non sa quanto io desideri lui ma non riesco a dire una parola. Sento di essere sua in un modo a me sconosciuto.
Ho i brividi, sento caldo e sono curiosa, spaventata e molto eccitata.
Entriamo in quello che dovrebbe essere il suo alloggio e mi ritrovo in un ambiente particolare, con stoffe alle pareti, tappeti e cuscini in terra, tendaggi a dividere gli ambienti. Non me lo aspettavo, anche se non so esattamente "cosa" mi aspettavo. Ci togliamo le scarpe poi mi accompagna verso un basso tavolo intarsiato con sopra una teiera d'argento fumante e delle tazze, mi invita a sedermi sui cuscini e mi versa del tè, poi si siede anche lui incrociando le gambe come un vero tuareg.
Siamo seduti uno di fronte all'altra. Sorseggio il mio tè. Non parliamo. Lui mi guarda con uno sguardo penetrante che non riesco a sostenere. Si alza e si allontana alle mie spalle.
- Non voltarti - di nuovo quel tono autoritario.
Resto in ascolto del fruscio dei suoi passi.
Sento il suo ritorno ma non mi volto, c'é tensione nell'aria, é in inginocchio alle mie spalle, mi accarezza e poi...una benda cala sui miei occhi.
Non riesco a parlare ma le sue mani calde e rassicuranti sui miei fianchi parlano per entrambi, mi invitano ad alzarmi e seguirle. Ci muoviamo con calma, non so in quale direzione, fin quando non oltrepassiamo uno dei tendaggi, é più caldo ora e il fatto di essere bendata mi ha fatto entrare in una dimensione senza spazio né tempo.
Jamil mi fa fermare, sono in piedi, poi mi afferra una caviglia con delicatezza, si deve essere abbassato, mi sfila una scarpa, poi l'altra, mi accarezza lungo le gambe fino alla gonna che con mani esperte lascia cadere a terra.
Ora é di fronte a me e i suoi occhi, lo sento, sono puntati sul mio corpo.
Dolce e caldo é il contatto sulla mia pelle mentre mi gira intorno e mi abbraccia. Lentamente la sua voce si avvicina al mio orecchio.
- Sarai tu a dirmi quando basta.
Mi sbottona la camicetta. Di nuovo quella scossa di passione, il suo corpo contro il mio, il suo torace contro la mia schiena, il suo sesso contro il mio sedere e le sue mani che sfilano il reggiseno sono un'unica, magnetica, attrazione.
Si scosta, mi prende una mano e la mette in quello che sembra un bracciale di cuoio, stessa sorte spetta all'altra qualche istante dopo. Sento un rumore metallico e le mie braccia si sollevano fino all'altezza delle spalle. Ho di nuovo le sue mani su di me che cingono la mia vita, si infilano sotto l'elastico e mi sfilano gli slip. Il cuoio mi fascia anche le caviglie per allargarmi le gambe. In questa posizione vitruviana riesco a dire le mie prime parole.
- Vuoi fare di me la tua schiava?
- Sarai piuttosto la mia Dea.
E' buio quando mi accompagna alla macchina, sono passate ore di deliziosi, indimenticabili tormenti.
Jamil ha lasciato un ovetto vibrante dentro di me, ha detto che sarà il nostro modo di sentirci a distanza.
Sono in macchina. Mentre penso che la mia vita non sarà più la stessa una vibrazione mi scuote e non posso fare a meno di ripensare a cosa é successo...
Non riesco a parlare ma le sue mani calde e rassicuranti sui miei fianchi parlano per entrambi, mi invitano ad alzarmi e seguirle. Ci muoviamo con calma, non so in quale direzione, fin quando non oltrepassiamo uno dei tendaggi, é più caldo ora e il fatto di essere bendata mi ha fatto entrare in una dimensione senza spazio né tempo.
Jamil mi fa fermare, sono in piedi, poi mi afferra una caviglia con delicatezza, si deve essere abbassato, mi sfila una scarpa, poi l'altra, mi accarezza lungo le gambe fino alla gonna che con mani esperte lascia cadere a terra.
Ora é di fronte a me e i suoi occhi, lo sento, sono puntati sul mio corpo.
Dolce e caldo é il contatto sulla mia pelle mentre mi gira intorno e mi abbraccia. Lentamente la sua voce si avvicina al mio orecchio.
- Sarai tu a dirmi quando basta.
Mi sbottona la camicetta. Di nuovo quella scossa di passione, il suo corpo contro il mio, il suo torace contro la mia schiena, il suo sesso contro il mio sedere e le sue mani che sfilano il reggiseno sono un'unica, magnetica, attrazione.
Si scosta, mi prende una mano e la mette in quello che sembra un bracciale di cuoio, stessa sorte spetta all'altra qualche istante dopo. Sento un rumore metallico e le mie braccia si sollevano fino all'altezza delle spalle. Ho di nuovo le sue mani su di me che cingono la mia vita, si infilano sotto l'elastico e mi sfilano gli slip. Il cuoio mi fascia anche le caviglie per allargarmi le gambe. In questa posizione vitruviana riesco a dire le mie prime parole.
- Vuoi fare di me la tua schiava?
- Sarai piuttosto la mia Dea.
E' buio quando mi accompagna alla macchina, sono passate ore di deliziosi, indimenticabili tormenti.
Jamil ha lasciato un ovetto vibrante dentro di me, ha detto che sarà il nostro modo di sentirci a distanza.
Sono in macchina. Mentre penso che la mia vita non sarà più la stessa una vibrazione mi scuote e non posso fare a meno di ripensare a cosa é successo...